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RETE ECOSOCIALISTA

Contro tutte le guerre. Fermiamo il genocidio del popolo palestinese.
2024-06-02T10:00:00+02:00
2024-06-02T18:00:00+02:00
Piazza San Cosimato Roma

Disertiamo la parata militare del 2 giugno: contro le guerre e l'economia di guerra, fermiamo il genocidio del popolo palestinese. Finanziamo istruzione e sanità, non le fabbriche della morte.


Il prossimo 2 giugno assisteremo all’esaltazione della “potenza militare” di questo paese con la consueta, quanto fuori luogo, parata ai Fori Imperiali.

Uno spettacolo grottesco e anacronistico, che celebra le forze armate e, di fatto, l’epica delle avventure belliche. Un circo mortale che suona la carica nel periodo in cui la guerra è prepotentemente tornata di attualità nelle nostre vite. Oltre l’Ucraina e la Palestina, dove è in atto un genocidio, sono in corso decine di conflitti più o meno simmetrici, diventati invisibili ai media mainstream.

La retorica bellica diffusa a reti unificate descrive la guerra, anche nucleare, come inevitabile destino dei nostri tempi.

In Europa, negli ultimi anni, centinaia di miliardi sono andati a ingrassare le tasche dei produttori di armi (480 miliardi di $ nel 2022, un incremento del 13%, dati SIPRI 2023). In meno di cinque anni siamo passati dall’emissione di Eurobond e dalla crisi pandemica, che aveva rimesso al centro il tema dei servizi pubblici, all’indebitamento comune per produrre proiettili, missili e carri armati da inviare in Ucraina, scegliendo il conflitto invece di creare le condizioni per una fase di negoziati.

In Ucraina come in Medio Oriente il comportamento del governo Meloni segue la stessa doppia strategia: completo immobilismo diplomatico e invio di armi.

Il sostegno incondizionato al governo Netanyahu, nonostante l'accusa di genocidio e il mandato di arresto richiesto dal procuratore generale della Corte Penale Internazionale, si salda alla vendita di armi tramite la Leonardo Spa, il cui l’azionista di maggioranza è il ministero dell’economia. Nello specifico, i cannoni navali OTO Melara, utilizzati contro la popolazione civile di Gaza dal 16 ottobre 2023 in poi, e aerei addestratori militari M-346. Per queste ragioni il nostro paese è complice a tutti gli effetti del genocidio del popolo palestinese, degli oltre 36 mila morti, 75 mila feriti, della totale distruzione della Striscia di Gaza e della carestia che sta uccidendo come i bombardamenti.

Questa escalation ha conseguenze dirette all’interno dei confini nazionali, con l’inevitabile impatto sulla spesa pubblica e sociale. La spesa sanitaria pro-capite è meno della metà di quella tedesca e oltre il 40% in meno di quella francese (dati OCSE), le amministrazioni pubbliche sono sotto-dimensionate, l’incremento dei livelli salariali è il più basso d’Europa (l’unico negativo in termini reali dal 1992 ad oggi). Senza contare che l’imponente spesa in armamenti si traduce in mancati investimenti nella necessaria transizione ecologica che dovrebbe essere LA sfida centrale per i prossimi decenni.

Di fronte a questo vogliamo promuovere uno spazio pubblico radicale contro le guerre, contro l'economia di guerra, che impoverisce le persone e devasta l'eco-sistema, contro le politiche del governo e gli interessi economici che guidano la corsa agli armamenti e alla escalation militare.

Promuoviamo una piazza proprio il 2 giugno, che sia polifonica, piena di umanità e indignazione, aperta ai movimenti sociali, transfemministi e antirazzisti, alle associazioni pacifiste, alle comunità palestinesi e migranti, ai rifugiati e rifugiate vittime invisibili di queste guerre, alle reti ebraiche antirazziste, alle studenti e al mondo del lavoro, alle persone comuni, per stare insieme, discutere, opporci alla parata, organizzarci contro le politiche di guerra e il genocidio in Palestina.

Invitiamo tutte e tutti a portare una tenda e un segno, un simbolo, un cartello contro la guerra e in solidarietà al popolo palestinese.

Ci vediamo alle 10 a Piazza San Cosimato!


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